Death Valley by Melissa Broder

autore:Melissa Broder [Broder, Melissa]
La lingua: ita
Format: epub
editore: NN
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

trentadue

Procedendo a quattro zampe, arrivo in fondo alla Montagnetta rocciosa. Quando approdo nella Valle rocciosa, bacio un grosso masso rosso.

Attraversare la Valle rocciosa gattonando si rivela più semplice che trascinarsi giù per la Montagnetta rocciosa (di base, perché è pianeggiante) e raggiungo piuttosto rapidamente (gattono per dodici minuti) e senza intoppi (nessun serpente) l’imbocco del sentiero che mi ha condotta qui. All’imbocco del sentiero, bacio la sabbia.

Sempre a quattro zampe, mi avvio per il sentiero. Adesso, sebbene non sia alle stelle, il mio umore è migliorato, e canticchio qualche parola di The bear went over the mountain, con le labbra chiuse e impastate di sabbia. Quando arrivo alla biforcazione, però, va tutto in vacca.

Ecco una lezioncina per chi ha in programma di darsi alle attività all’aria aperta: se un sentiero si biforca e tutti e tre i sentieri (quello originario e le due ramificazioni) sono della stessa ampiezza, hanno le stesse caratteristiche (rocce, sabbia, arbusti, perché di quello è fatto il deserto, cazzarola); e se siete il tipo di persona che non ricorda mai dove ha parcheggiato la macchina – il tipo di persona che si manda un messaggio come promemoria ogni volta che va al centro commerciale (numero del posto auto, piano del garage, magari anche qual è l’ascensore più vicino) – allora datemi retta, se vi imbattete in una biforcazione nel deserto, mandatevi un messaggio che dica pressappoco:

Ciao! Spero che non ti tocchi tornare a questa biforcazione. In caso contrario, ecco alcune semplici istruzioni che ti aiuteranno a stabilire quale dei tre sentieri apparentemente identici (il sentiero originario e le due ramificazioni) devi imboccare. ps: Cerca di non ruzzolare giù dalle montagne.

Io non mi sono mandata un messaggio del genere. E sono nei guai. In guai grossi. Non so assolutamente in che direzione andare. Mi serve aiuto, vero aiuto. Dov’è la mia fulgida cerchia? E mi serve anche dell’acqua.

Rovisto nella borsa di tela alla ricerca dell’ultima bottiglietta del Best Western. La mia mano sfiora qualcosa di duro e seghettato. Sì! I sassi! Chiederò a loro in che direzione andare. Appartengono alla terra e mi riconnetteranno alla terra (anch’io appartengo alla terra, ma al momento non siamo molto connesse).

Quando tutti e quattro i sassi (Rosa, Grigio, Uovo e Portone) sono schierati in posizione sul palmo della mia mano e mi accingo a formulare la mia supplica, mi rimbrottano.

«Bene, bene, bene» dice Uovo. «Guarda un po’ chi ha deciso di degnarci delle sue attenzioni».

«Sempre che non sia Calamity Jane» interviene Rosa.

«Smettetela» dico. «Ho bisogno di aiuto».

«Uhm» fa Uovo. «E perché dovremmo aiutarti?».

«Già, cosa ci guadagniamo?» chiede Rosa.

«Ricorda» dice Portone. «Non tutti coloro i quali vagano...».

«Ehi!» dico a Portone. «Non è il momento per la filosofia da bar. È colpa tua se mi trovo in questo casino».

Uovo sghignazza.

«Vostra» mi correggo. «È colpa di tutti e quattro» dico a Uovo.

Soltanto Grigio non apre bocca. Scommetto che si sta trattenendo per non ribadire l’ovvio, e cioè: Io ti avevo suggerito di rispondere al messaggio di tuo marito e tornare a casa.

«Cosa ne pensi?» chiedo a Grigio.

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